Festa del cuoco 2016

All’insegna della formazione, della tradizione nell’innovazione e della vera solidarietà l’iniziativa FIC a Villa Santa Maria.
13 ottobre 2016 – nel suggestivo borgo di Villa Santa Maria (CH) ai piedi della Maiella Abruzzese, per celebrare la nascita del Patrono dei cuochi San Francesco Caracciolo, si sono dati appuntamento più di 500 cuochi provenienti da tutta Italia in occasione della “Festa Nazionale del Cuoco 2016”.

La festa, organizzata dalla FIC-Federazione Italiana Cuochi, dall’Unione Cuochi Abruzzesi, in collaborazione con la Regione Abruzzo, il Comune di Villa Santa Maria e l’istituto alberghiero “Marchitelli”, aveva l’obiettivo di rimarcare i valori propri della categoria, come la professionalità e la formazione ma anche l’importanza della solidarietà in una giornata particolare di testimonianza, a poche ore dall’impegno profuso da Federcuochi nei campi della grande emergenza del terremoto di Amatrice il 24 agosto scorso.
La “Festa Nazionale del Cuoco 2016” si è aperta con una serie di show cooking e master class formativi all’istituto alberghiero “Marchitelli” per culminare a sera con percorsi gastronomici dedicati alle eccellenze gourmand delle regioni d’Italia, una sorta di grande charity dinner, il cui ricavato è stato devoluto in beneficenza alla missione in Congo dei padri Caracciolini.
«La Festa Nazionale del Cuoco quest’anno assume una nuova veste – ha spiegato il presidente nazionale FIC Rocco Pozzulo – occasione di riflessione per tutta la famiglia dei cuochi italiani, momento per formazione e confronto, fondamentale per le sfide che attendono oggi una cucina territoriale apprezzata in tutto il mondo, ma anche un momento di convivialità e condivisione davvero importanti per l’intera categoria».
Ha invece sottolineato l’impegno etico ed umanitario della FIC Roberto Rosati, responsabile del Dipartimento Solidarietà ed Emergenze della Federazione Italiana Cuochi: «Il cibo è intimamente legato al dono gratuito della vita e non può prescindere dalla solidarietà – ha dichiarato – Lo dimostra il nostro impegno costante nella gestione delle grandi emergenze, come accaduto ad Amatrice. Cinque cucine e migliaia di pasti serviti nei campi, una condivisione che, nel momento del bisogno, non dimentica i più deboli e chi versa in uno stato di indigenza. Il ricavato delle degustazioni di questa sera andrà per questi motivi ai Padri Caracciolini, per la loro missione in Congo».
“cardine della professione il costante aggiornamento e la formazione – hanno sottolineato la dirigente dell’istituto alberghiero “Marchitelli” Giovanna Ferrante insieme al presidente dell’Unione Cuochi Abruzzesi Andrea Di Felice – Garantire il sostegno di tutta la categoria alle nuove generazioni è indispensabile, soprattutto oggi, in un mondo della ristorazione rapidamente mutato, dove insieme alla valorizzazione delle tradizioni e del nostro patrimonio gastronomico, la ricerca è diventata il motore della nostra professione”.
In tanti hanno raccolto l’invito, talenti emergenti come il giovane Daniele D’Alberto ma anche le grandi eccellenze abruzzesi come lo chef tre stelle Michelin, Niko Romito, che nella sua lezione sul palco di Villa Santa Maria ha ricordato come la cucina italiana debba con decisione puntare sui suoi must: materie prime, gusto, emozione e tradizione, senza imitare o rincorrere le mode del momento, perché le tendenze passano, ma una ricerca che conservi radici e basi solide resta e premia sempre chi ha saputo coltivarla. Ma anche altri chef stellati abruzzesi: Marcello e Mattia Spadone (La Bandiera), Peppino e Arcangelo Tinari (Villa Maiella) hanno fatto riscoprire attraverso le loro cucine l’identità abruzzese e i prodotti regionali, accanto ai colleghi pugliesi tra cui Michele D’Agostino, presidente regionale dell’Unione Cuochi Pugliesi, e ai cuochi del Team Abruzzo.
Infine a sera Villa Santa Maria si è trasformata in un grande palcoscenico sul quale la Cucina regionale, attraverso 19 presidi a cura delle Associazioni FIC, è stata la vera protagonista. Una festa appunto che ha mobilitato chef da ogni parte d’Italia per offrire un vero spaccato di ogni cucina regionale in un percorso di degustazioni che hanno attraversato lo Stivale da nord a sud: dalle gustose zuppe autunnali presentate da Campania e Calabria, al gusto del “mosciolo selvatico di Portonovo” delle Marche, dalle cremosità del “risotto alla milanese” alla fregola sarda ed ai gustosi arancini siciliani, dalla “peposa” toscana al tagliere di salumi e formaggi Lucani con il pane di Matera. Tutte, proprio tutte le regioni e le tradizioni rappresentate in una golosa kermesse che è stata un significativo disegno dei territori e delle loro tipicità, recuperando anche i piatti più poveri delle nostre tradizioni come le “orecchiette pugliesi con cime di rapa e mollica di pane fritta, un tempo utilizzata per sostituire il formaggio.
Insomma, nel segno della vera solidarietà e della condivisione la FIC ha voluto le proprie Unioni in terra abruzzese, unendo gli sforzi di tutti per fare del 13 ottobre un momento importante. Un momento nel quale ricordare anzitutto a noi stessi l’importanza dei valori umani nella professione e nel quale far inoltre comprendere come diversità, varietà e radici territoriali restino il punto di forza e il vero motore della nostra cucina. Affinché giovani o grandi chef presenti oggi nelle ristorazioni di tutto il mondo non dimentichino che insieme al valore del talento esiste anche un “debito” che noi tutti abbiamo nei confronti delle nostre tradizioni.

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